Progetto co-finanziato nell’ambito del Piano Azione e Coesione – Avviso “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici ed. 2018”
Il progetto Social Innovation Hub è finanziato dal bando “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici”, Avviso pubblico di presentazione di progetti per la promozione ed il sostegno di interventi tesi alla valorizzazione di beni demaniali ovvero patrimoniali, disponibili o non disponibili, di proprietà di una pubblica amministrazione, promosso dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica e dal Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di facilitare l’accessibilità e la fruizione da parte della collettività e favorire la promozione di imprenditoria e occupazione sociale giovanile.
Il Progetto Social Innovation Hub è finalizzato alla creazione di un Centro per l’Innovazione Sociale per lo sviluppo di una comunità di imprenditori e innovatori sociali, imprese sostenibili, professionisti e associazioni che puntano all’impatto sociale ed ambientale in un determinato tessuto urbano. La valorizzazione del bene pubblico, “Palazzo Carfì”, diventa, quindi, uno strumento per creare uno spazio di co-working che sviluppi un ambiente per la diffusione dell’educazione all’imprenditorialità e all’innovazione nel sistema educativo e che consideri il giovane al centro di un percorso di apprendimento e di un networking che lo porti a valorizzare le proprie attitudini, le proprie capacità, i propri valori attraverso l’avvicinamento all’innovazione e all’imprenditorialità in ambito sociale.
ll progetto “Social Innovation Hub” si propone di sostenere l’auto-imprenditorialità giovanile e il lavoro autonomo in Sicilia. Esso, infatti, si rivolge ai giovani di età compresa tra i 18 e 35 anni disoccupati o inoccupati che vogliono intraprendere un percorso finalizzato alla nascita e creazione di un’impresa sociale.
Lo strumento che Social Innovation Hub si propone di realizzare non è un semplice incubatore ma uno strumento nuovo ed innovativo che nel Nord Europa e negli Stati Uniti sta avendo un grande successo. Nello specifico l’obiettivo principale è quello di creare uno spazio di co-working che sviluppi un ambiente per la diffusione dell’educazione all’imprenditorialità e all’innovazione nel sistema educativo e che consideri il giovane al centro di un percorso di apprendimento e di un networking che lo porti a valorizzare le proprie attitudini, le proprie capacità, i propri valori attraverso l’avvicinamento all’innovazione e all’imprenditorialità in ambito sociale. L’idea è quella di valorizzare il Capitale Umano in una prospettiva meritocratica liberando le energie dei giovani in iniziative di innovazione sociale attraverso uno spazio in cui i giovani possono interagire e confrontarsi tra di loro per opportunità di lavoro, opportunità di fare impresa, di scambiarsi, attraverso il sistema di match making, idee, innovazioni, esperienze, ecc., essere supportati attraverso percorsi formativi (education) nella definizione di piani di impresa o nello sviluppo di innovazioni, di creare ambienti e networking nazionali ed internazionali.
Il contesto in cui opera il progetto mette in luce la necessità di avvicinare il sistema educativo al sistema imprenditoriale, facilitando il trasferimento tecnologico e la comunicazione tra i due sistemi e facendo sì che le innovazioni industrialmente appetibili possano trovare la loro strada verso la valorizzazione e la commercializzazione industriale. L‘innovazione, infatti, si esplica nell’uso di invenzioni tecniche o di know-how tecnologico per finalità economiche da cui si ottiene in genere un prodotto o un processo di produzione nuovo o considerevolmente migliorato che include molteplici attività, dalla percezione di una necessità irrisolta, alla generazione di un‘idea, alla ricerca e sviluppo per risolvere il problema, alla definizione di processi produttivi fino all‘introduzione e diffusione di mercato.
Nel perseguire tali finalità, il Social Innovation Hub svolge contestualmente un ruolo strumentale di catalizzatore in grado di: attrarre proposte progettuali e nuove idee imprenditoriali; sviluppare competenze ed expertises; fare leveraging sinergico sulle relazioni a livello territoriale tra gli attori “critici” per lo sviluppo di nuova imprenditorialità sociale allo scopo di avviare e supportare il processo che va dall’idea all’impresa.
La creazione di start-up richiede, infatti, una progettualità strategica ed organizzativa che contrasti il rischio di mortalità infantile (la liability of newness), tipico di tutte le imprese start-up. Le imprese sociali sono obbligate ad una riorganizzazione innovativa e ad un riposizionamento strategico se intendono sopravvivere. Lo sviluppo, in tali contesti, si presenta alquanto dinamico e complesso e richiede capacità imprenditoriali in grado di cogliere e sfruttare tutte le opportunità, anche quelle geograficamente distanti, per acquisire una leadership competitiva nei mercati sia locali che nazionali o internazionali.
Nello specifico Social Innovation Hub si rivolge a giovani ideatori, imprenditori, startup ed innovatori mossi dalla curiosità, dall’ambizione e dal coraggio di mettere alla prova le proprie capacità ed idee all’interno di spazi e servizi funzionali allo sviluppo creativo ed innovativo delle proprie idee progetto e del proprio business. Imprenditori che vogliono far crescere la propria impresa all’interno di un distretto e cercano sinergie con nuove idee, prodotti e servizi in fase di sviluppo.
Il progetto Social Innovation Hub mette a disposizione di giovani ideatori, imprenditori e startup una serie di spazi e servizi funzionali allo sviluppo creativo ed innovativo delle proprie idee progetto e del proprio business.
Nello specifico la struttura, “Palazzo Carfì”, dove si realizza il progetto è stata messa a disposizione dal Comune di Vittoria, con la delibera n. 273 dell’22 ottobre 2020, al fine di partecipare al bando “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” promosso dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica e dal Dipartimento della gioventù e del Servizio civile nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In particolare, attraverso la valorizzazione dei beni pubblici, il progetto intende favorire la promozione di imprenditoria e occupazione sociale giovanile. In altre parole, le azioni progettuali volte allo sviluppo delle risorse e dei beni del territorio, verranno realizzate attraverso il coinvolgimento attivo dei giovani; le risorse umane impiegate nei progetti o beneficiari degli stessi dovranno essere, infatti, prevalentemente giovani fino a 35 anni.
All’interno del progetto Social Innovation Hub è possibile avere accesso ad uno spazio virtuale messo a disposizione di giovani ideatori, imprenditori e startup per avere accesso ad opportunità formative, di studio, orientamento, supporto allo sviluppo ed approfondimento funzionali alla definizione di piani di impresa o nello sviluppo di innovazioni e creazione di ambienti e networking nazionali ed internazionali.
Attraverso il presente spazio il progetto Social Innovation Hub si propone di diffondere la cultura imprenditoriale per favorire i processi di sviluppo di idee e creazione di imprese basate sulla conoscenza e l’innovazione, proponendo e realizzando seminari professionalizzanti, campus multimediali, iniziative di formazione specialistica, contest, competition, incontri tematici tra università ed imprese/enti finalizzati a facilitare l’incontro tra domanda e offerta di innovazione, orientamento e consulenza per lo sviluppo d’impresa, news su eventi ed iniziative dedicate, dati e materiale di studio ed approfondimento.
Il presente spazio finanziario si rivela uno strumento estremamente utile per le startup, imprese e giovani ideatori nella misura in cui riescono ad acquisire piena consapevolezza delle opportunità finanziarie esistenti e delle relative modalità di partecipazione. Le startup, infatti, hanno bisogno di finanziamenti per avviare o sviluppare la propria idea o progetto di business senza i quali non riuscirebbero a realizzare le attività e gli obiettivi che si propongono di perseguire.
In tale direzione, lo spazio finanziario messo a disposizione di Social Innovation Hub intende supportare i giovani ideatori e le startup nell’individuazione dei mezzi finanziari pubblici e privati, conoscere e saper ricorrere alla finanzia bancaria ed innovativa facendo appello a leggi nazionali e/o regionali e strumenti comunitari per valutare le possibilità di accesso ad eventuali agevolazioni, incentivi o finanziamenti.
Strumenti per lo sviluppo di rapporti di condivisione, scambio di idee e soluzioni innovative, incontri multilivello e multisettore per avviare processi di innovazione sociale e collaborazioni tra i membri della community.
Lo spazio relazionale presente all’interno del progetto SOCIAL INNOVATION HUB si rivolge alle startup, ai giovani o aspiranti imprenditori al fine di stimolare in essi forme di collaborazione, incontro di persone, scambio informativo, crescita comune, sviluppo partecipativo, progettualità di rete quali strumenti di sviluppo dell’innovazione sociale. Tutti i membri hanno accesso a servizi di condivisione e supporto alle progettualità in rete forniti dal network.
All’interno dello spazio viene dato ai membri la possibilità di accedere a servizi e strumenti per facilitare lo sviluppo congiunto delle idee e condividere competenze e momenti di creatività con il tessuto industriale locale e nazionale, con l’unico scopo di valorizzare le innovazioni e fornire ai nuovi imprenditori tutti gli strumenti per competere ad ogni livello. Inoltre lo scambio di pratiche e la creazione di gruppi di lavoro sono facilitati dagli host, esperti che connettono persone, pianificano eventi formativi e di discussione, individuando opportunità volte ad innescare collaborazioni tra i membri della community.
Le reti del sociale sono chiamate a dotarsi o sempre più attrezzarsi, con adeguati investimenti, come laboratori di innovazione dove sia possibile, non solo sperimentare, ma anche mettere in produzione nuovi prodotti, servizi e modelli organizzativi.
In questo senso il ruolo di enti che supportano la nascita di nuove realtà facendo da “ponte” tra nuova imprenditoria, ricerca, imprese esistenti e finanza, diventa cruciale. Tale formula ha portato tantissime start up a essere ancora oggi presenti sul mercato. Aggregarsi e costituire una rete d’impresa consente di aumentare la crescita dimensionale attraverso la collaborazione all’interno di una rete d’impresa si può infatti conseguire un accrescimento delle capacità innovative e competitive delle aziende partecipanti. Si parla, quindi, di una nuova economia che attraverso lo scambio, la condivisione, la collaborazione, la disintermediazione, costruisce modelli di sviluppo innovativi e strutturati sul mercato. In effetti la sinergia tra imprese in rete consente di: divenire un soggetto di dimensioni tali da poter affrontare meglio il mercato, anche estero; ampliare l’offerta; dividere i costi; accedere a finanziamenti e contributi a fondo perduto; godere di agevolazioni fiscali; partecipare alle gare per l’affidamento dei contratti pubblici; assumere in regime di codatorialità il personale dipendente secondo le regole di ingaggio stabilite nel contratto di rete.
In tale direzione gli incubatori provvedono a garantire alle nuove imprese un’assistenza manageriale e un percorso di mentoring, un canale preferenziale per accedere alle agevolazioni e l’opportunità di incontrare investitori che possano credere nel progetto e dare una mano economica. Gli acceleratori di impresa fungono da intermediari tra la startup e il mondo esterno e hanno il compito di inserire la nuova azienda all’interno di un network di interesse, in modo che possa trovare tutto quello di cui hanno bisogno per trasformare l’idea di business in realtà.
Si definisce incubatore “un processo dinamico di sviluppo di impresa”. Gli incubatori nascono con l’intento di alimentare le imprese aiutandole a sopravvivere e crescere nella fase in cui sono maggiormente vulnerabili, quella di start-up. Essi forniscono assistenza manageriale, accesso a finanziamenti, consentono l’esposizione ad attività imprenditoriali critiche e l’utilizzo di servizi di supporto tecnico.” Va sottolineato come il processo di incubazione di un’impresa si stia sempre più rivelando un elemento essenziale ai nuovi imprenditori per sviluppare la loro idea di business.
Secondo la definizione data dalla Commissione europea, “un incubatore d’impresa è un’organizzazione che accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese”. I modi e gli strumenti che l’incubatore può scegliere per aiutare le startup sono molteplici e vanno dal fornire una sede fisica ai nuovi imprenditori, al garantire loro un finanziamento a fondo perduto, all’inserirli in una rete sociale e imprenditoriale fertile e attiva, fino al mettere a disposizione contatti e consulenza. Il tempo per il quale si può ‘vivere’ all’interno di un incubatore è in genere limitato, e difficilmente supera i 36 mesi.
Nello specifico sono quattro gli elementi chiave che definiscono un incubatore:
- Condivisione di uno spazio con le diverse start-up;
- Condivisione di servizi di supporto in modo da ridurre le spese che la singola impresa dovrebbe sostenere;
- Attività di training imprenditoriale;
- Definizione di un valido business plan, ovvero di tutta la documentazione che riassume il progetto d’impresa e ha lo scopo di comunicare all’esterno il progetto, soprattutto quando lo si presenta ad un pubblico di possibili finanziatori;
- Monitoraggio dei finanziamenti;
- Servizi di marketing e comunicazione;
- Accesso ad un network di attori che consentono di accedere a competenze e risorse necessarie al suo sviluppo (tecnologia, capitale umano e finanziario).
Gli incubatori operano, quindi, da intermediari tra le imprese incubate e l’ambiente esterno. Tra gli obiettivi più importanti di un incubatore vi è quello di: generare imprese di successo; fare in modo che le imprese lascino il programma di incubazione quando finanziariamente autonome; rendere le nuove imprese “incubate” in grado di commercializzare una nuova tecnologia e rafforzare l’economia locale.
Nello specifico esistono varie tipologie di incubatori:
- Incubatore in termini di fornitura di spazio e di servizi di base;
- Incubatori Virtuali che forniscono una gran quantità di servizi alle start-up attraverso internet ed aiutano nella fase di intermediazione con l’ambiente esterno;
- Hub: Probabilmente la tipologia più importante in quanto dotato di un ufficio centrale e di varie divisioni specializzate nei diversi settori di servizio. L’Hub riesce anche a mettere a disposizione delle aziende ospiti una rete di relazioni e di opportunità commerciali.
Tali incubatori possono essere definiti anche nei seguenti termini:
Incubatori di prima generazione che offrono spazi di lavoro condiviso e servizi in comune a clienti di piccole imprese. In questo caso la principale fonte di finanziamento deriva dalla locazione degli immobili e le aree di maggiore diffusione sono quelle dell’Europa Occidentale e degli Stati Uniti.
Incubatori di seconda generazione che aggiungono alla precedente offerta l’opportunità di usufruire di veri e propri servizi di incubazione. In questo caso l’obiettivo è quello di offrire uno sviluppo economico sia dal punto di vista locale sia anche dal punto di vista regionale. I clienti di riferimento sono le neo-imprese e gli spin-off. Dal punto di vista della diffusione anche la seconda generazione trova maggiore fortuna nell’Europa Occidentale e negli Stati Uniti.
Incubatori di terza generazione che si specializzano nell’erogazione di servizi mirati ed utili all’accesso ai mercati di riferimento e per lo sviluppo di un valido network, così come per l’acquisizione di un corretto stile di gestione imprenditoriale. Gli obiettivi primari consistono nel fatto di assicurare a clienti di aziende neo-nate, realtà mature e spin-off, la possibilità di sviluppare imprese tecnologico-innovative in grado di generare valore delle imprese supportate, oltre che valore immobiliare e valore socio-economico.
Nello specifico è possibile distinguere 3 fasi nel processo di incubazione:
- Pre incubazione, in cui vengono sviluppate tutte le attività necessarie al supporto dell’imprenditore nell’ideazione della sua idea di business, nel business model e nella preparazione del business plan per aumentare le possibilità di giungere alla creazione di una start-up di valore;
- Incubazione, la quale è una fase essenziale in quanto viene dato all’imprenditore tutto il supporto dalla fase di start-up imprenditoriale fino alla vera e propria espansione per un periodo pari a tre anni;
- Post incubazione, la fase in cui l’impresa può lasciare fisicamente l’incubatore anche se avrà bisogno di ulteriori servizi come miglioramento dei processi produttivi o servizi per l’internazionalizzazione. In questa fase operano i post incubatori che possono essere chiamati anche acceleratori d’impresa.
Il periodo di incubazione dipende da fattori essenziali come il tipo di attività da lanciare e le conoscenze-competenze dell’imprenditore.
Alcune start up come, ad esempio, quelle caratterizzate da lunghe fasi di ricerca e di sviluppo, necessitano di tempistiche più lunghe, soprattutto se confrontate con altre giovani imprese operanti in settori legati ai servizi o alle attività manifatturiere che, nel giro di poco tempo, sono perfettamente in grado di soddisfare la richiesta del pubblico. Se comunque volessimo fare una stima sulla durata dell’incubazione potremmo dire che i programmi si protraggono nel tempo mediamente per 33 mesi.
Nello specifico, di seguito sono elencati i settori cardine che vengono supportati da questi programmi:
- Tecnologia
- Software per computer
- Servizi / professionali
- Artigianato
- Internet
- Bioscienze / scienze della vita
- Elettronica / microelettronica
- Telecomunicazioni
- Hardware
- Dispositivi medici
- La tecnologia wireless
- Tecnologia healthcare
- Materiali avanzati
- Difesa / sicurezza
- Energia
- Ambiente / tecnologie pulite
- Media
- Nanotecnologie
- Costruzione
- Arte
- Aerospaziale
- Cucina / cibo
- Moda
- Legno / forestali
- Turismo
Un incubatore può offrire i seguenti servizi:
Strutture fisiche condivise quali ad esempio uffici, sale e servizi contabili, offrendo alle startup la possibilità di abbattere notevolmente i costi per strutture e servizi;
Servizi di consulenza manageriale: assistenza nel business planning, consulenze organizzative, manageriali e di mercato per accelerare il processo di sviluppo di una cultura aziendale all’interno delle Startup;
Possibilità di accesso ai network (tecnologici, professionali, finanziari) per facilitare i contatti con clienti, fornitori o partner strategici per accelerare l’indipendenza della Startup come impresa;
Un maggior accesso al credito in quanto gli istituti di credito si sentono più garantiti da una aggregazione di imprese su un progetto rispetto alla singola Startup;
L’aggregazione consente la condivisione delle idee e dei progetti innovativi delle singole Startup consentendo il miglioramento e il potenziamento delle caratteristiche e delle funzionalità del nuovo prodotto/servizio rendendolo più appetibile al mercato e rispetto alla concorrenza;
Abbattimento della concorrenza, in quanto nel lancio delle Startup l’aggregazione aiuta a ridurre o addirittura azzerare la concorrenza nei nuovi mercati e/o consente di creare l’opportunità di inserirsi in nicchie di mercato;
Gestione tramite Manager di Rete. La gestione degli aspetti strategici, organizzativi e la governance della rete viene svolta da una figura aggregante che consente di colmare quelle competenze organizzative/gestionali che molte volte mancano alla singola Startup;
Strategie marketing e commercializzazione. Le Startup nella loro maturazione presentano nella maggior parte problematiche relative alle strategie di mercato e allo sviluppo commerciale. Il manager di rete coadiuvato da professionisti consente alla rete di Startup di ottenere i risultati necessari per il successo nel mercato;
Consulenza contabile e finanziaria. L’aspetto contabile e finanziario è inderogabile nel fare impresa. Prima o poi le Startup dovranno gestire questo aspetto per il controllo di gestione. In una rete la presenza di un Manager di rete consente di tenere costantemente verificati gli indici di gestione e nel caso richiedere la consulenza di professionisti.
Una rete di imprese può essere definita come «un insieme di aziende, giuridicamente autonome, i cui rapporti si basano su relazioni fiduciarie e in qualche caso su contratti, che si impegnano, attraverso investimenti congiunti, a realizzare un’unica produzione, attività di marketing, di formazione, di R&S».
In tal modo, diverse imprese portano avanti un progetto comune sfruttando le loro complementarità, senza rinunciare alla propria autonomia imprenditoriale.
Si tratta di un nuovo paradigma produttivo che può aiutare le Pmi ad aumentare la produttività, incrementare l’innovazione, conquistare nuovi mercati.
Con la rete si accede alle conoscenze e competenze esterne in maniera più rapida e flessibile rispetto alle imprese che operano isolatamente. Inoltre, poiché gli investimenti vengono realizzati in cooperazione, si frazionano i rischi e l’applicazione della tecnologia avviene in tempi più rapidi.